venerdì 8 novembre 2013

Lotta di potere in Algeria



 Il presidente Bouteflika si prepara alle elezioni del 2014



Il Segretario Generale del Fronte di Liberazione Nazionale (Fnl), Amar Saadani, ha annunciato che il partito sosterrà la quarta candidatura dell’attuale capo di Stato algerino, Abdelaziz Bouteflika, alle presidenziali del prossimo anno. 
Proveniente dalle Forze Armate, Bouteflika è in carica dal 1999,  eletto dopo sette anni di Guerra Civile tra le forze governative e le milizie islamiche del FIS (Fronte Islamico di Salvezza) e del GIA (Gruppo Islamico Armato) e rieletto nel 2004 e di nuovo nel 2009, dopo le modifiche della Costituzione nel 2008 che gli hanno consentito una terza rielezione.
Saadani ha motivato la scelta del Fnl appellandosi alla Costituzione, che consente al presidente di correre per un quarto mandato, e richiamando i risultati positivi conseguiti da Bouteflika nel corso della sua presidenza. Il Segretario ha riconosciuto al presidente il merito di aver riportato la pace nel paese, di aver abolito lo stato d’emergenza, di aver riabilitato personaggi storici, di aver fatto del berbero una lingua nazionale e di aver avviato una serie di “progetti faraonici”.
Nel discorso di Sétif dell’8 maggio 2012, il Presidente aveva però annunciato il proposito di non ricandidarsi, invitando la sua generazione, al potere da più di mezzo secolo, a passare il testimone ad una nuova e più giovane classe dirigente. Bouteflika non ha ancora commentato l’endorsement, ma diversi analisti hanno visto nell'annuncio di Saidani la volontà di testare la reazione della società civile, l'opinione internazionale e le reazioni all'interno del potente Dipartimento di Intelligence e Sicurezza, conosciuto con l'acronimo francese DRS (Département du Renseignement et de la Sécurité).
Fin dall’indipendenza dalla Francia del 1962, la vera competizione politica in Algeria è, infatti, tra due élite di potere: quella civile guidata dal presidente Abdelaziz Bouteflika e quella militare, il DRS, gestito da oltre 20 anni dal generale Muhammad Mediène, conosciuto come Toufiq, che assieme all’apparato che gestisce le industrie statali compongono quello che in Algeria è noto come “Le pouvoir”.   
 La rivalità tra i due uomini forti dell’Algeria - e i rispettivi entourage - in campo economico e politico domina da anni le dinamiche algerine ed è emersa anche in relazione al recente scandalo corruzione che ha colpito la Sonatrach, la società nazionale degli idrocarburi e prima compagnia energetica del continente, sottratta all’influenza dell’entourage di Bouteflika e riposizionata in orbita DRS.  L'Algeria è il 15 ° più grande produttore al mondo di petrolio e il 10 ° più grande produttore di gas naturale  e non è dunque difficile comprendere l’interesse dei due campi nella sua gestione.
  
A seguito della lieve ischemia che ha costretto Bouteflika ad un lungo ricovero in Francia, l'incertezza sulle reali condizioni di salute del presidente e  sulla sua capacità di assolvere pienamente alle funzioni di capo di Stato avevano ufficiosamente aperto la campagna elettorale in vista delle presidenziali del 2014 e una lotta intestina in seno al Fnl, conclusasi alla fine di agosto con l’ascesa ai vertici del partito di Amar Saidani, fedele al presidente.
Ma Bouteflika ha sparigliato le carte ed è tornato saldamente alla guida del paese annunciando una riorganizzazione delle Forze di sicurezza e un ampio rimpasto di governo, che molti hanno interpretato come un tentativo di rafforzare il suo campo in vista delle elezioni del 2014. Un ampio rimaneggiamento del gabinetto ha coinvolto i titolari di 11 dicasteri, tra i quali Interni, Esteri, Difesa e Giustizia, tutti sostituiti da uomini fidati a Bouteflika. 
Oltre ai cambiamenti ministeriali, Bouteflika ha anche sottratto al DRS il controllo del Centre de Communication et de Diffusion (CCD), la Direction centrale de la sécurité de l'armée (DCSA) e la sua forza di polizia giudiziaria, assorbita dalla giustizia militare. Questi portafogli sono andati a sommarsi alle funzioni del neo vice ministro della Difesa, Ahmed Gaid Salah, già capo di Stato maggiore delle Forze Armate algerine. Sotto la giurisdizione della polizia giudiziaria ricadono anche i casi di corruzione, come il  Sonatrach che coinvolge membri di primo piano dell’entourage di Bouteflika, Mohamed Meziane, ex presidente e CEO di Sonatrach e l’ex ministro dell’Energia, Chakib Khelil. Il monitoraggio dei media stranieri  ricade, invece,  sotto la giurisdizione del CCD. 
Affidare questi poteri ad un alleato come il generale Salah equivale ad avere maggiore controllo sull'esito del caso Sonatrach e sulla narrazione fatta dai media del caso.
L'obiettivo di Bouteflika, ha dichiarato recentemente Saadani a Reuters, sarebbe quello di “costruire uno stato civile in Algeria” ma molto più realisticamente il suo intento è da ritenersi quello di limitare l'influenza politica del DRS o meglio ancora "stabilire condizioni di parità" con i servizi segreti prima delle elezioni, come sostiene un recente rapporto di Eurasia Group.
Cambiamenti al vertice della politica algerina sono strettamente sorvegliati dal momento che il paese è uno dei principali fornitori di energia in Europa e un partner regionale chiave di Washington nella lotta contro i militanti islamici nel Maghreb.

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