martedì 16 luglio 2013

I rischi connessi alle prossime elezioni in Mali - John Campbell





Louise Arbour è l'ex Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, un ex giudice della Corte Suprema del Canada ed ex procuratore capo del Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia e del Tribunale Penale Internazionale per il Ruanda. Dal 2009 è presidente e amministratore delegato dell' International Crisis Group. Per Campbell, quando la Arbour parla di governance, dovremmo prestare attenzione.

In un editoriale scritto insieme a Gilles Yabi, direttore del progetto Africa occidentale presso l'International Crisis Group "Mali: Election Threatens to Exchange One Crisis for Another", la Arbour sostiene che "le elezioni del 28 luglio rischiano di essere condizionate da tali carenze tecniche e da un basso tasso di partecipazione che il nuovo governo che uscirà dalle urna sarà privo della legittimità di cui ha bisogno per affrontare la crisi in corso nel paese". I due esperti sollecitano un breve rinvio della data delle elezioni ed esprimono profonda preoccupazione per il rischio di violenze post-elettorali.

Cosa fare?

Le proposte sono quattro. 

1) Le autorità del Mali, la Missione delle Nazioni Unite per la stabilizzazione in Mali e le forze francesi devono prepararsi a fronteggiare attacchi terroristici durante la campagna elettorale e nel giorno delle elezioni.

2) Occorre fare tutto il possibile per migliorare il processo di registrazione e di voto.

3) Le autorità del Mali, l'Onu e la Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas) devono lavorare insieme per assicurare "tutti gli aspetti del processo elettorale".

4) I candidati presidenziali dovrebbero prestare il giuramento solenne di rispettare i risultati delle elezioni.  

Questi sono suggerimenti pratici, ma difficili da attuare, sostiene Campbell. Gli attacchi terroristici sembrano probabili ma difficili da impedire. I preparativi elettorali sono poi abbastanza complessi in un paese in via di sviluppo, soprattutto dopo una guerra civile. La protezione del processo di voto richiederà che l'Onu e l'Ecowas mobilitino ingenti risorse, e non c'è molto tempo. E i giuramenti possono essere infranti. Ma, se attuate, tali proposte potrebbero, come dicono gli autori, "evitare che elezioni imperfette si trasformino in una catastrofe".

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