Il 9 marzo la Commissione elettorale indipendente ha proclamato Uhuru Kenyatta quarto presidente della storia del Kenya con il 50,03% delle preferenze e oltre il 25 % dei voti ottenuti in almeno 32 delle 47 contee del paese.
Uhuru Kenyatta ha prestato giuramento come presidente della Repubblica del Kenya il 26 marzo, divenendo il secondo capo di Stato africano, dopo Omar al-Bashir del Sudan, ad essere incriminato dalla Corte Penale Internazionale.
L’11 e 12 ottobre si è tenuto ad Addis Abeba un vertice straordinario dei capi di Stato e di governo dei paesi membri dell’Unione Africana convocato per discutere il futuro dei rapporti tra l’organizzazione regionale e la Corte penale internazionale.
Il summit nella capitale etiopica si era concluso senza quell’abbandono di massa dalla giurisdizione della Corte minacciato alla vigilia del vertice ma, nel documento conclusivo del vertice, l’organizzazione continentale aveva però avanzato la richiesta di sospensione per i procedimenti nei confronti del presidente keniota Kenyatta e del suo omologo sudanese Omar Hassan Al Bashir, accusato di genocidio per il Darfur e contro il quale è stato emesso un mandato di cattura internazionale nel 2009.
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